I costumi sono copia fedele degli originali del 1600 conservati presso il Museo del Folklore di Borgosesia.
Le donne indossano un abito in damasco di seta rossa con camicia bianca, grembiule in pizzo, pettorale e guarnizioni in broccato d’oro, bottoni in filigrana d’argento. L’acconciatura è ricca di spilloni in filigrana d’argento, nastri e patissa in broccato.
Completano il costume femminile parasoli in seta rossa, scialli e antichi gioielli d’oro e d’argento con granati rossi provenienti dalle miniere valsesiane
ormai esaurite.
Gli uomini indossano una casacca rossa a maniche verdi oppure verde a maniche rosse e calzoni nocciola a mezza gamba. Anche il costume maschile è riccamente guarnito da sciarpa e polsi in pizzo e bottoni in filigrana d’argento. Si completa con…
…un cappello di feltro marrone a tesa larga, tipico copricapo parapioggia valsesiano.
Spesso durante lo spettacolo i ballerini presentano anche molti antichi costumi dei paesi dell’Alta Valsesia.
Spesso durante lo spettacolo i ballerini presentano anche molti antichi costumi dei paesi dell’Alta Valsesia.
Lo spettacolo si basa su coreografie e musiche originali del periodo storico compreso tra il 1500 e il 1800, ritrovate nel corso degli anni presso i numerosi archivi storici della Valsesia. Si articola in tre tempi di circa mezz’ora l’uno caratterizzati da temi diversi: il primo tempo presenta danze tipiche della città di Borgosesia; il secondo è imperniato su balli e canti dell’ultracentenario Carnevale durante il quale Borgosesia si trasforma – ancora oggi – nel regno di S.M. Peru Magunella. I festeggiamenti si susseguono senza sosta per oltre un mese, in una girandola di banchetti, danze, canti e musica. Il terzo tempo presenta danze dell’Alta Valsesia, al ritmo di musiche spesso importate dai Paesi d’Oltralpe. Durante questa parte di spettacolo le ballerine indossano costumi autentici di diversi villaggi valsesiani. Molti balli sono arricchiti – così era la nostra tradizione – dall’uso di “oggetti impropri” quali scialli antichi, rocche e fusi, ombrellini, a formare coreografie preziose per colore e originalità.
Bal d’la Lana: seguendo la tradizione del 1600, quando Borgosesia era, come oggi, capitale della lavorazione laniera in Italia, i cavalieri offrono rocca e fuso alle fidanzate a conferma della domanda di matrimonio.
Bal ad San Peru: polka nata nel 1800 e dedicata al santo patrono della città. Veniva infatti ballata il 29 giugno, giorno di S. Pietro.
1° TEMPO
Danze di Borgosesia e della Bassa Valsesia.
Il Canestrello: vecchia danza di Crevacuore. Caratterizzata da 4 temi musicali differenti: valzer, skottisch, mazurka e polka.
La Gagliarda: danza del XVI secolo che veniva eseguita nelle case nobili di Borgosesia.
Polka degli Scialli: veniva ballata nel 1800 sulle piazze di Borgosesia in occasione delle sagre.
1° TEMPO
Danze di Borgosesia e della Bassa Valsesia.
Il Canestrello: vecchia danza di Crevacuore. Caratterizzata da 4 temi musicali differenti: valzer, skottisch, mazurka e polka.
La Gagliarda: danza del XVI secolo che veniva eseguita nelle case nobili di Borgosesia.
Polka degli Scialli: veniva ballata nel 1800 sulle piazze di Borgosesia in occasione delle sagre.
Bal d’la Lana: seguendo la tradizione del 1600, quando Borgosesia era, come oggi, capitale della lavorazione laniera in Italia, i cavalieri offrono rocca e fuso alle fidanzate a conferma della domanda di matrimonio.
Bal ad San Peru: polka nata nel 1800 e dedicata al santo patrono della città. Veniva infatti ballata il 29 giugno, giorno di S. Pietro.
3° TEMPO
Danze dell’Alta Valsesia. Presentate con i costumi originali dei diversi villaggi.
Carcofina: antica danza di Carcoforo, il più piccolo comune d’Italia, situato in alta Val d’Egua.
La Badoise: ballo importato attraverso il Monte
Rosa ad Alagna dalle etnie Walser, qui emigrate nel Medio Evo dall’Oberland Bernese.
Jutza: tipica di Rimella, la Jutza fu importata dagli emigranti. E di chiare origini tirolesi.
L’Ariosa di Cellio: risale alla fine del 1500. Era ballata a Cellio in occasione di matrimoni.
2° TEMPO
Danze di Borgosesia e della Bassa Valsesia. Balli e canti del Carnevale di Borgosesia.
Munfrinna dal Nonu: tipica danza piemontese del
1800.
Minuetto di Corte: eseguito a Borgosesia nel periodo di Carnevale alla Corte di Re Peru Magunella. Risale al 1700.
Vecchio Carnevale: è una selezione delle più famose canzoni e danze “storiche” del Carnevale Borgo-sesiano.
La Ghirlanda: proveniente da Roasio, questa danza veniva ballata nell’antichità per festeggiare l’arrivo della primavera. Le ragazze intrecciavano ghirlande di fiori che venivano impiegate per formare figure coreografiche del ballo.
Ballo degli ombrelli: a tempo di skottisch. Le ballerine maneggiano con grazia dei parasole in seta rossa a frange nere copiati da un modello autentico di fine ‘700.
3° TEMPO
Danze dell’Alta Valsesia. Presentate con i costumi originali dei diversi villaggi.
Carcofina: antica danza di Carcoforo, il più piccolo comune d’Italia, situato in alta Val d’Egua.
La Badoise: ballo importato attraverso il Monte
Rosa ad Alagna dalle etnie Walser, qui emigrate nel Medio Evo dall’Oberland Bernese.
Jutza: tipica di Rimella, la Jutza fu importata dagli emigranti. E di chiare origini tirolesi.
L’Ariosa di Cellio: risale alla fine del 1500. Era ballata a Cellio in occasione di matrimoni.
Nato nel 1958 grazie all’impegno di due illustri valsesiani, Graziella Conti Freschi e Antonio
Cacciami, il Gruppo Folkloristico Città di Borgosesia è uno dei gruppi più vecchi d’Italia.
Un paziente lavoro di ricerca ha permesso di ritrovare abiti e accessori indossati dai nobili di Borgosesia nel XVII secolo, gli spartiti di alcune musiche e la coreografia di danze di un’epoca compresa tra il 1500 e il 1800.
Per l’incredibile bellezza del costume, la varietà dei balli così diversi uno dall’altro e l’armonia delle musiche che li accompagnano, in brevissimo tempo il Gruppo si mette in evidenza nel panorama del folklore sia nazionale che inter-nazionale.
Tra tanti successi di critica e di pubblico, purtroppo nel 1963 il Gruppo conosce un grave incidente stradale nel quale perdono la vita quattro folklorini.
Nonostante questa tragica circostanza sa riprendere il suo cammino con coraggio e forza d’animo e, oltre vent’anni dopo, a Borgosesia nasce un bellissimo Museo del Folklore dedicato alle vittime di questa tragedia.
nel 1963 il Gruppo conosce un grave incidente stradale nel quale perdono la vita quattro folklorini.
Nonostante questa tragica circostanza sa riprendere il suo cammino con coraggio e forza d’animo e, oltre vent’anni dopo, a Borgosesia nasce un bellissimo Museo del Folklore dedicato alle vittime di questa tragedia.
Oggi conta circa 50 elementi tra ballerini e orchestrali che, grazie alla preparazione artistica, il costante impegno e la dedizione profonda, continuano a tramandare le tradizioni delle nostre valli, portando la nostra storia e la nostra cultura popolare non solo in Italia e in Europa, ma sempre più spesso, nel mondo.
Portiamo le nostre tradizioni in giro per il mondo
Argentina, Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Jugoslavia, Lettonia, Polonia, Romania,Spagna, Svizzera, Tunisia, Turchia.
Il gruppo folkloristico di Borgosesia ha l’obiettivo di far conoscere al mondo le nostre splendide tradizioni; viaggia insieme ai nostri costumi, i nostri balli tradizionali, ma soprattutto fa conoscere la nostra grande storia al mondo intero
Powered by Zentacommunication